Le attività dei complici russi della FECRIS evidenziate all'OSCE 2022

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Alessandro Amicarelli

Dopo due anni di attività online a causa delle problematiche legate alla COVID, finalmente l’OSCE (Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa) è stata in grado di organizzare nuovamente in presenza il proprio incontro annuale denominato Human Dimension Meeting a Varsavia, dal 26 Settembre al 7 Ottobre scorsi. Fra i temi discussi, le attività anti-sette della FECRIS e dei suoi complici russi.


FECRIS: l’antisettarismo in Russia denunciato presso l’OSCE

di Alessandro Amicarelli — L’antisettarismo in Russia denunciato presso l’OSCE: Massimo Introvigne alla Human Dimension Conference a Varsavia.

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Massimo Introvigne at the OSCE Human Dimension Conference in Warsaw

Massimo Introvigne alla Human Dimension Conference a Varsavia


Dopo due anni di problematiche legate alla COVID, l’OSCE (Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa) ha organizzato  il proprio incontro annuale – denominato Human Dimension Meeting – a Varsavia, nuovamente in presenza e con ampia partecipazione. L’evento si è tenuto fra il 26 Settembre e il 7 Ottobre scorsi.

Diversi relatori hanno fatto notare che la situazione della libertà religiosa o di credo si sta deteriorando, sia su scala mondiale sia nell’area OSCE, laddove l’aggressione bellica portata dalla Russia contro l’Ucraina si è accompagnata non solo ad un giro di vite nei confronti delle minoranze religiose, ma anche a delle violazioni della libertà religiosa nelle aree occupate dell’Ucraina.

Alcune relazioni, fra cui quella del sociologo italiano nonché caporedattore di Bitter Winter, Massimo Introvigne, quella di Willy Fautré, cofondatore e direttore della ONG belga Human Rights Without Frontiers (Diritti Umani Senza Frontiere), e quella di Christine Mirre, vicedirettore della ONG CAP-Freedom of Conscience (Libertà di Coscienza) peraltro accreditata con lo status di ECOSOC presso le Nazioni Unite, si sono occupate della situazione delle minoranze religiose bollate e demonizzate come “sette” e delle attività della FECRIS la Federazione Europea dei Centri di Ricerca e Informazione su Sette e Culti, un’organizzazione ombrello ampiamente sovvenzionata con il denaro pubblico francese.

Il 28 Settembre la CAP-LC ha anche organizzato un evento collaterale, anch’esso ben partecipato, dal titolo “L’ideologia anti-sette e la FECRIS: i pericoli per la libertà religiosa”, presieduto da Mirre e con la partecipazione di Fautré e Introvigne assieme a Olga Sibireva dell’autorevole ONG russa SOVA (Centro di Informazione e Analisi).

Gli stessi temi, con una particolare attenzione alle campagne contro la Chiesa di Scientology, sono stati discussi il 22 Settembre presso l’Università di Padova nel corso di una conferenza accademica su “Religione fra autorità e libertà”. In una sessione moderata da James T. Richardson, uno dei più celebri sociologi delle religioni americano, Introvigne ha discusso l’uso del termine “setta” negli Stati Uniti sia come strumento di discriminazione e diffamazione contro Scientologi, sia nelle controversie in merito a QAnon e Donald Trump. Rosita Šorytė, vicedirettore di Bitter Winter, ha illustrato l’utilizzo delle formule “setta” e “organizzazione estremista” in Russia quali etichette adoperate per identificare i Testimoni di Geova e Scientology e per sostenere che i movimenti religiosi “Americani” avrebbero generato sentimenti e politiche anti-Russia in Ucraina, rendendo così in un certo senso “necessarie” le invasioni del 2014 e del 2022. Infine, è stata data lettura di un documento redatto da Bernadette Rigal-Cellard dell’Università di Bordeaux Montaigne a proposito delle problematiche legate all’obiettività degli studi su Scientology in Francia.

A Varsavia, Introvigne ha rilevato che “cult” in Inglese è una parola che in Francese si tradurrebbe con “secte” e in altre lingue con il vocabolo corrispondente derivato dal latino “secta”. I primi sociologi delle utilizzarono queste parole in un’accezione neutra: essi indicavano i gruppi religiosi di recente fondazione composti da persone che vi si erano convertiti piuttosto che essere nati al loro interno. Poi però, intorno alla seconda guerra mondiale, gli studiosi di una nuova scienza, la criminologia, cominciarono a utilizzare le parole “culto” o “setta” con un significato diverso: definivano “culto” un gruppo religioso che commetteva o avrebbe potuto commettere gravi crimini..

Ciò diede adito a un’ambiguità semantica, ha spiegato Introvigne: da allora in poi, gran parte degli studiosi delle minoranze religiose, già a partire dagli anni 1970, hanno abbandonato l’uso di parole quali “culto” o “setta” e hanno invece scelto la più neutrale espressione “nuovi movimenti religiosi”. Non si dava per scontato che tutti i nuovi movimenti religiosi rispettassero la legge, si riconosceva invece il fatto che esistevano “movimenti religiosi criminali” fra le realtà religiose sia nuove sia tradizionali.

Ad ogni modo, ha spiegato Introvigne, i movimenti religiosi criminali commettono reati comuni quali omicidio o abuso sessuale, oppure terrorismo. Tuttavia, alla fine degli anni 1960 nacque un “movimento anti-sette” che accusava numerosi nuovi movimenti religiosi di commettere un nuovo tipo di crimine, ossia l’uso del “lavaggio del cervello” o della “manipolazione mentale” per convertire, controllare e danneggiare i loro seguaci. “Lavaggio del cervello” fu un’espressione inventata dai servizi segreti americani per indicare tecniche che essi sostenevano venissero adoperate nell’Unione Sovietica e in Cina per convertire i cittadini al comunismo. Successivamente venne applicato alla conversione religiosa. Comunque, la maggioranza degli studiosi di religione e dei tribunali degli Stati Uniti e altrove giunse alla conclusione che il lavaggio del cervello era un reato immaginario. Il lavaggio del cervello non esiste e i processi di conversione delle cosiddette “sette” non sono differenti da quelli delle religioni tradizionali..

Come ha spiegato Willy Fautré, il movimento anti-sette è diventato una lobby internazionale che in Europa opera principalmente tramite la FECRIS. L’ideologia anti-sette è stata adottata anche in Russia per giustificare la repressione delle minoranze religiose che al regime non piacciono e che la chiesa ortodossa russa considera concorrenza. Più di recente, gli anti-sette russi hanno utilizzato la retorica delle “sette” per giustificare l’aggressione ai danni dell’Ucraina, sostenendo che le “sette” dominano la politica dell’Ucraina e vengono adoperate dai servizi segreti ucraini per infiltrare i loro uomini in Russia. Gli anti-sette in Russia tanto quanto in occidente condividono la medesima ideologia e usano le espressioni “setta” e “organizzazione estremista” come mezzo di discriminazione e repressione, come ha illustrato Sibireva portando vari esempi di gruppi religiosi che sono stati “liquidati”, fra cui i Testimoni di Geova, oppure dichiarati “indesiderabili” in Russia.

La Francia ha risposto ufficialmente all’OSCE che continuerà a sovvenzionare la FECRIS, senza però entrare nel merito delle critiche, e la FECRIS ha pubblicato una dichiarazione sul suo sito Internet lamentando il fatto che “alcune persone o gruppi stanno attualmente utilizzando il conflitto Russia-Ucraina quale pretesto per etichettare falsamente la FECRIS come filo-russa”.

Ecco un esempio emblematico di strategia basata su argomentazioni fittizie. Nessuno ha accusato la FECRIS di appoggiare la Russia nel conflitto attuale. Ciò di cui invece accusiamo la FECRIS è di avere da decenni fra i suoi membri degli affiliati alla Russia che, dal 2004 e in particolare dal 2014, hanno appoggiato le politiche aggressive della Russia contro l’Ucraina e hanno contribuito alla propaganda Russa affermando falsamente che il movimento democratico ucraino è controllato dalle “sette”.

Nel 2022, degli affiliati russi facenti parte della FECRIS, fra cui il consigliere e già vicepresidente dal 2009 al 2021 Alexander Dvorkin, si sono distinti come forti sostenitori dell’invasione. Noi abbiamo sempre riferito la condanna dell’invasione da parte della FECRIS, ma anche il fatto che essa non ha intrapreso alcun provvedimento nei confronti dei propri membri russi pro-Putin fino all’inizio di Aprile del 2022, quando senza alcun annuncio pubblico o comunicato stampa i nomi delle organizzazioni russe affiliate sono scomparsi dal sito Internet della FECRIS. Stando a documenti di dominio pubblico, Dvorkin è rimasto componente del consiglio direttivo. Secondo voci di corridoio, ad oggi la situazione potrebbe essere cambiata, tuttavia l’e-mail inviata il 3 Settembre scorso dal CESNUR alla FECRIS con una richiesta di chiarimenti è rimasta a tutt’oggi priva di riscontro.

Secondo i rapporti pubblicati da fonti cinesi ufficiali, non più tardi del 15 luglio 2022 il tesoriere della FECRIS Didier Pachoud e la sua organizzazione affiliata GEMPPI ha ospitato in una sua conferenza Roman Silantyev, uno degli anti-sette russi secondo cui i leader ucraini sono ispirati da ideologie “occulte e pagane” e infiltrano “satanisti” in Russia a fini di sabotaggio e terrorismo.

Sì, la FECRIS ha preso posizione contro l’invasione del 2022, tuttavia abbiamo tutte le ragioni di considerare tale mossa un puro e semplice maquillage, almeno finché non verrà accompagnata da una chiara e pubblica dichiarazione di ripudio e condanna degli affiliati russi, fra cui Alexander Dvorkin, nonché da un’ammissione che la FECRIS russa ha appoggiato l’aggressione della Russia contro l’Ucraina sin dal 2014 e contribuito alla propaganda anti-ucraina di Putin, oltre ad aver sostenuto e organizzato la repressione delle minoranze religiose in Russia.

Articolo pubblicato anche su Bitter Winter