Anche l'Europa nella Special Watch List?

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USCIRF report 2020

«Governo degli Stati Uniti: Censurare pubblicamente Alexander Dvorkin e il Centro di Informazione-Consultazione di San Ireneo di Lione (SILIC) per la loro campagna di disinformazione in atto contro le minoranze religiose»

La U.S. Commission on International Religious Freedom (USCIRF) ha pubblicato nei giorni scorsi il report dal titolo “The Anti-cult Movement and Religious Regulation in Russia and the Former Soviet Union”. L’importanza del documento forse non è ancora completamente chiara ai non addetti. L’hanno afferrata invece molto bene i difensori della libertà di credo e, a giudicare dall’assordante silenzio, anche i cosiddetti gruppi “anti-sette”.

Alexander FvorkinProbabilmente stanno col fiato sospeso per vedere se la bufera si placa, per capire se riusciranno a cavarsela abbandonando il solo Alexander Dvorkin in pasto ai Leoni. Ma la questione non verrà archiviata così in fretta e minaccia di avere conseguenze nefaste per la galassia di micro-associazioni che da decenni fomentano l’intolleranza contro le minoranze religiose con campagne di disinformazione che, in alcuni paesi, hanno generato gravi discriminazioni e vere e proprie persecuzioni.

Il noto sociologo ed esperto internazionale di movimenti religiosi Massimo Introvigne lo ha ben spiegato nell’articolo che ha dedicato a questa vicenda dal titolo L’USCIRF smaschera gli “esperti” europei che appoggiano la campagna del PCC contro le «sette». Facendo una breve quanto acuta analisi del documento Introvigne fa notare che «Benché questa parte delle «campagne di disinformazione» da lui condotte non sia menzionato, Dvorkin ha appoggiato regolarmente il PCC nella repressione dei movimenti etichettati come xie jiao. L’attivista si è recato più volte in Cina e a Hong Kong per offrire il proprio supporto nella persecuzione contro il Falun Gong, per negare il fatto che il Partito prelevi gli organi dai prigionieri di coscienza e per elogiare la repressione della Chiesa di Dio Onnipotente. Dal canto suo il Partito Comunista Cinese ha dato il proprio appoggio alle campagne di Dvorkin contro i Testimoni di Geova in Russia e le ha “importate” in Cina.»

Annotazioni molto importanti quelle di Introvigne perché evidenziano la vera portata del problema denunciato dell’USCIRF: le attività antireligiose di Alexander Dvorkin e della sua associazione “anti-sette” SILIC non sono solo un problema russo, visto che Dvorkin opera a livello internazionale come vice-preidente della sopraccitata FECRIS.

Peraltro, i prodromi dell’attività “anti-sette” di Dvorkin sono di origine “internazionale”, come riferisce lo stesso report dove si legge: «Nativo di Mosca Alexander Dvorkin lasciò l'Unione Sovietica nel 1977 all'età di 20 anni per studiare negli Stati Uniti, dove rimase fino al 1992. Mentre era negli Stati Uniti, abbracciò il cristianesimo ortodosso russo e trascorse del tempo lavorando alle notizie del giornale Voice of America sponsorizzate dal governo statunitense. I suoi anni nel paese coincisero con la crescita del movimento anti-sette ispirato da concetti pseudoscientifici come "lavaggio del cervello" e "controllo mentale" e dalle teorie dello psicologo Robert Jay Lifton e dell'attivista anticomunista Edward Hunter. Questo movimento ha descritto i NMR (ndr: Nuovi Movimenti Religiosi) come "fanatici" o "bizzarri" e dipingeva i singoli membri come vittime indifese mancanti di libero arbitrio o della capacità di salvarsi. Questa retorica ha permesso ai gruppi [anti-sette] di giustificare la rimozione forzata di amici e parenti dalle religioni da loro scelte, e ha persino sostenuto il regime di "deprogrammazione" che utilizzava tecniche psicologiche coercitive (e altamente discutibili). Dvorkin portò con sé molte idee anti-sette quando tornò in una Russia da poco indipendente nel 1992 per lavorare nel nuovo Dipartimento di Educazione Religiosa del ROC». (ndr: ROC sta per Russian Ortodox Church)

In pratica, stando a quel che riferisce l’USCIRF, Alexander Dvorkin ha “imparato il mestiere” in certi ambienti (ora quasi scomparsi) dell’America di 40 anni fa e li ha portati con sé in Russia. Ma c’è qualcun altro che nello stesso periodo ha importato nel vecchio mondo le stesse teorie pseudo-scientifiche. Infatti, l’odierna FECRIS di cui Dvorkin è vice-presidente, nasce dall’impulso del gruppo “anti-sette” americano AFF (American Family Foudation, gli ideatori della tecnica illegale del “deprogramming”. Mentre Alexander Dvorkin tornava in patria per dare l’avvio al suo impegno “anti-sette”, la AFF riuniva le associazioni “anti-sette” europee per dare vita pochi anni dopo alla FECRIS.

Nel 2004, dopo infuocate polemiche e vari processi penali contro i deprogrammatori che sequestravano i fedeli di minoranze religiose per deprogrammarli, la AFF ha cambiato il suo nome in ICSA (International Cultic Studies Association). Però ha mantenuto rapporti di collaborazione con gli “esperti” dei “tempi d’oro” del deprogramming e ha continuato a cooperare con la FECRIS: i rappresentanti dei due gruppi partecipano ai rispettivi convegni internazionali e l’ICSA viene presentata come corrispondente non europeo della FECRIS sul sito di quest’ultima.

Sebbene il primo meeting riservato durante il quale l’AFF/ICSA e i gruppi “anti-sette” europei si sia tenuto a Barcellona, la FECRIS fu ufficialmente costituita in territorio francese, a Marsiglia, nel 1994. La ragione di tale scelta è certamente da far risalire al motivo riferito nel report dell’USCIRF: «Il governo francese fornisce la maggior parte dei finanziamenti della FECRIS». Un aspetto quanto meno paradossale se si considera il diffuso anti-americanismo cresciuto il Francia dopo il crollo del muro di Berlino.

Il report dell’USCIRF descrive la FECRIS come una «Organizzazione anti-sette francese con influenza pan-europea». Infatti, come si legge sul loro sito, opera «in 30 paesi fino ad oggi, dei quali 5 sono non europei». Ergo, un’associazione privata finanziata dal governo francese influenza le politiche sulla libertà religiosa di decine di paesi tramite «campagna di disinformazione contro le minoranze religiose».

Alexander Dvorkin non è il solo rappresentante della FECRIS ad aver esportato le attività “anti-sette” di quell’associazione al di fuori dei confini europei. L’ex parlamentare francese Alain Vivien, allora dirigente dell’organismo governativo che finanzia la FECRIS, si recò più volte in Cina per esportare il “metodo anti-sette francese” dando l’avvio alla persecuzione dei Falun Gong in quel paese. In tempi più recenti, anche lo psicologo italiano Luigi Corvaglia, oggi uno dei consiglieri più attivi della FECRIS, e presidente dell’associazione italiana “anti-sette” chiamata CeSAP (Centro Studi Abusi Psicologici; federata FECRIS), si è recato in Cina (e anche in Siberia) per condurre la solita campagna “anti-sette”. È degno di nota che poche settimane fa Corvaglia ha dato alle stampe un libro dal titolo “No Guru” che critica ferocemente i difensori della libertà di credo chiamandoli “apologeti” e “difensori delle sette”; forse in una ipotetica riedizione includerà anche l’USCIRF nell’elenco.

L’attivismo internazionale contro le minoranze religiose di questi e altri membri FECRIS, oltre all’Europa, alla Cina e alla Russia, ha riguardato anche l’Argentina, Israele, Australia, Regno Unito, Armenia, Kazakhstan, Cipro e parecchi altri paesi.

L’anti-settarismo americano è in declino, il che non stupisce se si considerano le odierne posizioni del governo statunitense molto più favorevoli alla libertà religiosa. Il governo americano si è accorto da tempo che le associazioni “anti-sette” non sono credibili e si comporta di conseguenza. La FECRIS, già cavallo di troia per l’Europa di questo movimento al tramonto, si ritrova con le spalle scoperte. D’altra parte l’ICSA ha ben altri problemi di cui preoccuparsi a causa di decisioni poco oculate, non dissimili da quelle della FECRIS, in tema di scelta dei loro rappresentanti, come evidenzia la storia del loro membro del consiglio consultivo Jorge Erdely Graham, latitante da alcuni anni, accusato di abusi su minori e traffico di essere umani. La vicenda è descritta nell’articolo “Jorge Erdely Graham: perché FECRIS e ICSA non ne parlano”.

L’USCIRF col suo rapporto ha cominciato a gettare luce sulla vera natura del cosiddetto movimento “anti-sette”. L’Europa invece ha stoltamente concesso il partecipative status alla FECRIS, mentre alcuni paesi del continente, Francia in primis, finanziano e sostengono la loro attività.

USCIRF logo

L’USCIRF ha incluso la Francia nell’elenco delle “Countries and Regions Monitored”. Pare a noi che tutti i paesi dove la FECRIS opera tramite le associazioni “anti-sette” ad essa federate dovrebbero essere monitorate, se non addirittura aggiunte alla “special watch list”. Infatti è bene notare che, come si legge nel report, «il gruppo diffonde regolarmente propaganda negativa sulle minoranze religiose, anche in forum internazionali come la conferenza annuale dell'Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE) Human Dimensions conference». I rappresentanti della FECRIS che vanno all’OSCE (e altrove) ad attuare la loro «propaganda negativa» non sono solo francesi o russi; sono infatti attivi rappresentanti FECRIS provenienti da vari paesi, così come sono di vari paesi europei i membri della FECRIS che si recano in Cina e altrove a seminare i frutti velenosi dell’intolleranza.

Monitorare i paesi dove l’intolleranza si trasforma in discriminazione e persecuzione è un’azione incompleta se non si denuncia l’origine dell’impulso anti-religioso. Non è logico perseguire l’esecutore e ignorare il mandante conosciuto.

Prendiamo comunque atto, con soddisfazione, che l’USCIRF raccomanda di «Contrastare la propaganda contro i nuovi movimenti religiosi da parte della Federazione europea dei centri di ricerca e informazione sul settarismo (FECRIS) alla conferenza annuale sulle dimensioni umane dell'OSCE con informazioni sul coinvolgimento continuo di individui ed entità all'interno del movimento anti-sette nella repressione della libertà religiosa». Ci auguriamo sia solo l’inizio di una serie di azioni di contrasto a questi produttori di odio.

Qui il testo completo del rapporto dell’USCIRF.

Redazione FOB