L'erosione dei diritti in Russia parte dall’Europa

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FSB officer

8 giugno 2017 – Non si è ancora spenta l’eco dello scalpore causato dalla clamorosa sentenza russa dello scorso 21 aprile, con cui la Suprema Corte russa ha messo al bando i Testimoni di Geova, che già si registrano altri provvedimenti draconiani contro gruppi religiosi.

Lo stesso giorno della proscrizione dei Testimoni, intervistato da La Stampa, il sociologo e Direttore del Cesnur, Massimo Introvigne, unendosi alle numerose proteste che si sono inutilmente sollevate da ogni parte del mondo civile, aveva dichiarato che si trattava di un “gravissimo attentato alla libertà religiosa”.

Un provvedimento seguìto a ruota dalla confisca dei beni della pacifica comunità religiosa - già perseguitata dal nazifascismo - accusata di estremismo, e da azioni persecutorie verso i fedeli che si sono azzardati a continuare nella professione del loro credo. Provvedimenti degni delle peggiori persecuzioni dell’epoca stalinista, eppure avallate e benedette dal Patriarca ortodosso Kirill.

Alla vigilia del vergognoso provvedimento, parlando dell’intolleranza dilagante in Russia, FOB aveva denunciato le pressioni esercitate dalla Chiesa Ortodossa Russa e dai gruppi anti-sette facenti capo alla controversa associazione europea FECRIS, preconizzando nel contempo ulteriori atti di intolleranza contro altri gruppi che sarebbero accaduti a breve.

È del 6 giugno, infatti, la notizia di una nuova ondata di intolleranza religiosa in Russia, questa volta contro la Chiesa di Scientology. Quello stesso giorno, in tenuta anti-sommossa come se dovessero scontrarsi con pericolosi terroristi, agenti del FSB (nuovo nome del KGB) hanno fatto irruzione nella sede di San Pietroburgo della comunità religiosa eseguendo perquisizioni nei locali della Chiesa, nelle case private dei fedeli e arrestando alcuni di loro per una carcerazione preventiva.

L’agenzia AskaNews ha titolato Russia, perquisita sede Scientology a San Pietroburgo”, informando che “I servizi segreti russi hanno condotto una perquisizione nella sede della Chiesa di Scientology di San Pietroburgo, accusata di ‘estremismo’, di ‘commercio illegale’ e di ‘istigazione all’odio’; l’operazione avviene poche settimane dopo la messa al bando dei Testimoni di Geova decisa dalla Corte Suprema di Mosca. La sentenza della Corte spiana la strada anche alla confisca dei beni di Scientology, organizzazione considerata ufficialmente come ‘estremista’. Scientology, registrata in Russia dal 1994, è nel mirino della giustizia da alcuni anni: la sede di Mosca era sta chiusa dalla magistratura già nel novembre del 2016 mentre diverse pubblicazioni dell’organizzazione sono ritenute di natura ‘estremista’.”

Al pari dei Testimoni di Geova, quella di Scientology è una comunità pacifica che non è mai stata coinvolta in attività violente, ma, anzi, è impegnata in campagne a difesa dei diritti umani, è attiva nella protezione civile e in varie attività di utilità sociale.

Dando la stessa notizia, l’agenzia The Mice Times of Asia ha commentato Perquisizioni a Scientology dopo i Testimoni di Geova: qual è il prossimo. Corretto chiederselo: chi sarà il prossimo?

putin-480.jpgPoniamone anche un’altra: qual è il prossimo gruppo religioso che gli anti-sette hanno indicato agli uomini di Vladimir Putin come obiettivo della campagna di intolleranza?

Come riferito nell’articolo Russia vs Testimoni di Geova e le pressioni della FECRIS, le attività repressive delle autorità russe contro le minoranze religiose hanno motivazioni tutt’altro che cristalline e la lotta contro gli estremismi ha tutta l’aria di essere principalmente un punto dell’agenda di gruppi anti-sette e di una parte - quella sì estremista - della Chiesa Ortodossa Russa.

L’origine di questa deriva intollerante non è dunque esclusivamente russa, bensì europea, se tale si può considerare la francese FECRIS con le sue diramazioni in decine di paesi dell’Unione.

Su questo argomento ha fornito qualche interessante notizia il già citato sociologo Massimo Introvigne in un’intervista rilasciata in esclusiva il 9 maggio scorso ad Unsolved Crimes e che pubblichiamo integralmente qui di seguito col suo permesso.


Processo ai Testimoni di Geova in Russia e creazione della “Accademia dei Politici Ortodossi”. Intervista esclusiva con il Professor Massimo Introvigne

(Unsolved Crimes [Odessa], 9 Maggio 2017)

massimo-introvigne.jpgIl Professor Massimo Introvigne, sociologo di fama internazionale e direttore del CESNUR[1], da tempo è in prima linea al fianco di numerose iniziative in tutto il mondo per protestare contro la “liquidazione” dei Testimoni di Geova in Russia. In occasione di convegni internazionali in Italia, Israele e in America, ha definito tale provvedimento «uno dei più gravi attacchi alla libertà di religione dei tempi recenti». Ha gentilmente concesso di rilasciare un’intervista al giornale Unsolved Crimes (Crimini Irrisolti).

Oggi, in data 9 maggio 2017, abbiamo avuto l’onore di parlare con il Professor Massimo Introvigne in merito al recente, clamoroso processo ai Testimoni di Geova[2] in Russia, all’estremismo religioso e alla “Accademia dei Politici Ortodossi” [3] recentemente inaugurata in Russia, nonché alla sua conseguente influenza sulla libertà di religione e di credo in quella nazione.

Unsolved Crimes: Qual è il background della sentenza russa nei confronti dei Testimoni di Geova?
Professor Introvigne: Ritengo che tale sentenza non sarebbe comprensibile senza tenere conto dei decenni del lavoro svolto in Russia dai cosiddetti gruppi anti-sette, guidati da personaggi come Alexander Dvorkin e Alexander Neveev. In parte, questo è il braccio russo di un movimento estremista internazionale, che si appoggia a teorie già screditate come quella del “lavaggio del cervello” e del “plagio” o “controllo mentale”. Però, da un altro punto di vista, si tratta di un fenomeno squisitamente russo. In altri paesi, gli esponenti principali dei movimenti anti-sette sono laici e atei; in Russia, invece, gli anti-sette di spicco sono ortodossi con legami diretti con certi settori del patriarcato di Mosca della Chiesa Ortodossa di Russia.

Unsolved Crimes: Quali accuse hanno rivolto ai Testimoni di Geova i movimenti anti-sette, la Chiesa Ortodossa e i tribunali russi?
Professor Introvigne: Il caso è complesso ma anche molto semplice: in Russia vi sono norme «contro l’estremismo». Tali norme sono comprensibili in quanto la Russia, così come molti altri paesi, ha un problema concreto con l’estremismo islamico e il terrorismo. Tuttavia, personaggi come Dvorkin e Neveev tendono ad attribuire al termine «estremismo» un significato alquanto ampio. Nel caso dei Testimoni di Geova, il tribunale ha ritenuto “estremiste” due loro caratteristiche: la prima è il fatto che i loro scritti inneggiano all’esperienza dei Testimoni di Geova come all’unica via di salvezza mentre tutte le altre religioni e filosofie sono false; la seconda è il fatto che i Testimoni di Geova separano le famiglie poiché, se un coniuge diventa un Testimone mentre l’altro no, è molto frequente che si arrivi al divorzio, così come nel caso in cui un coniuge abbandoni i Testimoni mentre l’altro rimane un fedele della religione. Né io né altri studiosi ritenuti esperti dei Testimoni di Geova possiamo smentire che tale situazione esista. Per la cronaca, io ho scritto il manuale accademico standard in Italiano sui Testimoni, che peraltro non è edito dai Testimoni stessi ma da una rinomata casa editrice universitaria, la Cantagalli (titolata quale “Editore Pontificio”, ossia editore di testi per il Vaticano). Quella situazione di divisione familiare è reale ma si verifica in tutte le religioni. Le statistiche mostrano che quando in un matrimonio un coniuge cambia il proprio orientamento religioso mentre l’altro coniuge lo mantiene il divorzio è molto frequente, e non solo fra i Testimoni di Geova, ma dappertutto. Potrei poi citare decine di passi del Corano, della Bibbia e di pubblicazioni della Chiesa Cattolica e della Chiesa Ortodossa secondo cui esiste solo una via di salvezza, solo una vera religione, mentre le altre sono false. Dunque, secondo gli stessi criteri in base ai quali i Testimoni di Geova sono stati bollati come estremisti e la loro organizzazione sciolta, gran parte delle religioni potrebbero andare incontro allo stesso destino. Addirittura, il segretario della Conferenza Episcopale Russa ha dichiarato che sul piano teologico i Cattolici disapprovano profondamente i Testimoni di Geova, tuttavia sono molto preoccupati della sentenza della Corte Suprema poiché, se si seguissero gli stessi criteri, anche la Chiesa Cattolica in Russia potrebbe subire una discriminazione e una persecuzione.

Unsolved Crimes: Quali possono essere le conseguenze della sentenza?
Professor Introvigne: Al di là delle conseguenze drammatiche per i Testimoni di Geova, già denunciate dalle Nazioni Unite, dall’OSCE, dall’Unione Europea, dal Dipartimento di Stato Americano, dalla cancelliera tedesca Angela Merkel e da molti altri, io vedo due ovvie conseguenze. La prima è che questa tendenza non resterà limitata alla Russia ma si diffonderà ai paesi suoi confinanti. Già in Kazakhistan un Testimone di Geova, fra l’altro malato di cancro, è stato condannato a cinque anni di lavori forzati sulla base di accuse di estremismo molto simili a quelle sollevate in Russia. La seconda è che tali accuse di “estremismo” verranno presto estese ad altri gruppi. Alcuni Protestanti Battisti russi stanno già lamentando di essere stati tacciati di “estremismo”, e lo stesso vale per gli Hare Krishna (ISKCON) ed altre comunità. Tuttavia, come ho detto, con questa accezione di “estremismo” nessuno può dirsi al sicuro.

Unsolved Crimes: Che ruolo ha in tutto ciò la Chiesa Ortodossa Russa?
Professor Introvigne: Anzitutto tengo a precisare che, particolarmente nell’anno (2011) in cui sono stato il Rappresentante dell’OSCE (l’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa) per la lotta al razzismo, alla xenofobia e all’intolleranza contro i Cristiani e i membri di altre religioni ho coltivato dei buoni rapporti con il patriarcato di Mosca, incontrando più d’una volta sia il Patriarca sia il suo braccio destro de facto, il metropolita Hilarion. Ovviamente, il Patriarcato di Mosca è custode di un’importante tradizione liturgica e spirituale; merita altresì degli elogi per la sua difesa dei Cristiani perseguitati in giro per il mondo. Però ho l’impressione che, quando si tratta di questioni interne alla Russia, il patriarcato non abbia una dottrina matura in fatto di libertà religiosa. Sembra che a volte consideri la libertà religiosa solo come libertà di culto mentre la Convenzione Europea sui Diritti Umani (ECHR), di cui la Russia è firmataria, prevede espressamente anche la libertà di fare proselitismo. Sarò ancora più schietto: la libertà religiosa dovrebbe comprendere la libertà di cercare di convertire fedeli della Chiesa Ortodossa in Russia ad una religione differente – e viceversa, beninteso – altrimenti non è libertà religiosa nel senso inteso dalla ECHR. Il metropolita Hilarion ha salutato con favore la liquidazione dei Testimoni di Geova, sebbene abbia poi in un secondo momento smentito il fatto che il patriarcato avesse istigato tale provvedimento. Vi è un contrasto stridente fra tale posizione e la posizione assunta a livello internazionale dalla Chiesa Cattolica e dalle principali comunità protestanti, le quali all’unanimità hanno condannato la liquidazione in quanto minaccia per la libertà religiosa.

Unsolved Crimes: Le pare che vi sia una crescente ingerenza della Chiesa Ortodossa nella politica della Russia?
Professor Introvigne: Questa è una domanda difficile, dal momento che non esiste una Chiesa Ortodossa unica e compatta. Degli evidenti estremisti religiosi come Dvorkin e Neveev godono dell’appoggio di persone che contano nella gerarchia ortodossa, però non tutti gli intellettuali ortodossi e di fatto neppure tutti i vescovi ortodossi condividono il loro estremismo. Detto questo, è interessante notare come la “Accademia dei Politici Ortodossi” sia stata fondata in Russia e come Neveev ne sia partecipe. In un video, Neveev dichiara di “occuparsi delle sette, di combatterle attivamente e di aver notato che è spesso molto difficile trovare appoggio, un appoggio adeguato presso gli enti governativi. Pertanto,” dice Neveev, “certamente dal mio punto di vista sarei molto favorevole al fatto che vi fossero molti ortodossi ad occupare certe posizioni in politica, a livello sia locale che regionale, di modo che il numero di tali persone cresca. Per conto mio, sono pronto a dare il mio contributo per preparare queste persone.” Simili dichiarazioni sono ovviamente motivo di preoccupazione.

Unsolved Crimes: Quale ruolo potrebbe giocare questa Accademia dei Politici Ortodossi nella politica della Russia e nella repressione delle cosiddette sette?
Professor Introvigne: Se non vado errato, la legge russa ancora vieta di istituire partiti politici ispirati ad una religione. Però non vieta che dei politici possano far parte di “accademie” in cui qualcuno come Neveev “contribuirà alla loro preparazione” e insegnerà loro come persuadere gli organi legislativi e i tribunali a “liquidare” religioni e gruppi che egli considera “estremisti”. In fin dei conti siamo di fronte a un quadro che è ancora più pericoloso. Neveev e – temo – istituzioni come la sua Accademia sono forieri di un’ideologia che pone Mosca quale una sorta di nuova e mistica Roma e cerca di istituire in Russia un regime che considererebbe la democrazia dell’Occidente come una degenerazione e una forza ostile alla cristianità. Sarebbe un regime in cui solo la Chiesa Ortodossa avrebbe pieni diritti, magari con qualche tolleranza nei confronti di Musulmani, Ebrei e Cattolici (questi ultimi fintantoché non dessero l’avvio ad opere di proselitismo, cosa che peraltro normalmente non fanno), e invece con un rischio concreto di “liquidazione” per tutti gli altri. Sto parlando in termini di futuribile, ma a me pare che la sentenza circa i Testimoni di Geova mostri che un tale sogno millenario e totalitaristico sia effettivamente in pieno svolgimento nella società russa; e anche attivamente reclamizzato all’estero, con le agenzie di stampa russe che disseminano notizie fasulle riguardo ai Testimoni di Geova e alle “sette” in generale e cercano di stabilire collegamenti con estremisti religiosi, cristiani ultra-conservatori (fra cui coloro che nella Chiesa Cattolica criticano la politica di apertura e di dialogo di Papa Francesco), e gli anti-sette di molti paesi.

Unsolved Crimes: Ci si potrebbe spingere ad affermare che il risultato dell’attività dell’Accademia dei Politici Ortodossi sarà l’adozione di una legge anti-sette in Russia e che tale legge metterà al bando tutti i nuovi movimenti religiosi legittimando anche una politica di intolleranza religiosa?
Professor Introvigne: Di fatto, gli anti-sette hanno già mostrato chiaramente di poter adoperare la legge Yarovaya e altre leggi contro l’“estremismo” per attaccare le religioni di minoranza. Ma è possibile che l’Accademia cerchi di spingersi un passo più avanti e proponga una nuova legge basata sulla già screditata nozione di lavaggio del cervello. Dal momento che il lavaggio del cervello non esiste, come da lungo tempo hanno stabilito in America e in Italia i tribunali e anche un’ampia cerchia di studiosi, chiunque potrebbe venire accusato di tale reato immaginario.

Unsolved Crimes: Egregio Professor Introvigne, la ringraziamo per il tempo che ci ha dedicato e per le sue risposte ben informate. Continueremo a monitorare la situazione intorno alle violazioni del diritto alla libertà religiosa e di credo; inoltre, speriamo di poterla intervistare nuovamente in futuro.

Professor Introvigne: Sarete sempre i benvenuti.

Intervista raccolta da by Olga Panchenko, redattore Konstantin Slobodyaniuk

Note:

[1]Centro Studi sulle Nuove Religioni”, Torino, Italia.

[2] È possibile leggere in merito ai Testimoni di Geova nel “Progetto Mondiale per le Religioni e la Spiritualità” istituito nel 2010 presso l’Università Commonwealth della Virginia, USA.

[3] La “Accademia dei Politici Ortodossi” è stata fondata a Mosca, Russia, quale nuovo progetto sociale. Il coordinatore del progetto Alexander Shedrin ha dichiarato che la “Accademia dei Politici Ortodossi” è la denominazione operativa, mentre il progetto è stato delineato di comune accordo fra la Duma (assemblea parlamentare federale) di Russia e in particolare da un gruppo di deputati della Duma di composizione politicamente trasversale, allo scopo di tutelare i valori cristiani, e inoltre con una rappresentanza del patriarcato di Mosca da parte del Dipartimento per l’Interazione fra la chiesa e la società, nonché con i media. Il progetto viene anche sostenuto dalla Cattedrale mondiale di Russia facente parte dell’organizzazione internazionale.

(Fonte: zlochiny.com)


Come fa notare il Professor Introvigne, “questa tendenza non resterà limitata alla Russia ma si diffonderà ai paesi suoi confinanti. Già in Kazakhistan un Testimone di Geova, fra l’altro malato di cancro, è stato condannato a cinque anni di lavori forzati sulla base di accuse di estremismo molto simili a quelle sollevate in Russia. La seconda [conseguenza] è che tali accuse di ‘estremismo’ verranno presto estese ad altri gruppi. Alcuni Protestanti Battisti russi stanno già lamentando di essere stati tacciati di ‘estremismo’, e lo stesso vale per gli Hare Krishna (ISKCON) ed altre comunità. Tuttavia, come ho detto, con questa accezione di “estremismo” nessuno può dirsi al sicuro”.

A nostro avviso, la tendenza anti-religiosa russa proviene dall’Europa, perché è da lì che parte l’operato della FECRIS e dei suoi rappresentanti. La deriva russa si distingue da tendenze simili, già attive in vari paesi europei, solo per il decisionismo autoritario dell’esecutivo di Putin e per la sintonia esistente tra quest’ultimo e la Chiesa Ortodossa.

Questi tre ingredienti (anti-sette, esecutivo autoritario e Chiesa Ortodossa compiacente) coincidono nella Russia odierna ma non sono concomitanti in altri paesi, forse più evoluti civilmente o più attenti ai diritti umani. Tuttavia, esempi di scelte e decisioni intolleranti e anti-religiose che stanno erodendo i diritti umani, specie in materia di libertà di credo, abbondano anche altrove. Ad esempio le cosiddette leggi anti-moschee italiane, la proposta di istituire un albo degli Imam, o il proposito della britannica May di cancellare lo Human Right Bill.

La lotta degli anti-sette contro gli estremismi religiosi è una menzogna ed è, allo stesso tempo, il loro miglior business degli ultimi vent’anni. La menzogna del presunto terrorismo islamico e della necessità di contrastarlo ha aperto le porte ad enormi opportunità per gli intolleranti e gli anti-sette. In realtà i terroristi dell’Isis stanno all’Islam come le crociate stanno al messaggio di Gesù. E i cosiddetti mussulmani radicalizzati sono in realtà terroristi che si sono islamizzati, nel senso che erano già dei disadattati e assassini che hanno scoperto il pretesto della shari’a per sfogare i loro istinti omicidi.

La propaganda degli anti-sette e di certa stampa allarmistica è il miglior nutrimento per il mostro del terrorismo, perché le menzogne diffuse da costoro alimentano comportamenti intolleranti, sia nelle popolazioni spaventate che nei politici ignoranti o a caccia di facili consensi. In questo clima esasperato fanno affari d’oro gli anti-sette che si autoproclamano esperti di “radicalizzazione” e di “gruppi religiosi estremisti”. Questa è anche la genesi dei provvedimenti anti-religiosi russi e delle leggi anti-moschee.