Studi recenti su Scientology e sulla "etichettatura", parte 2
di Alessandro Amicarelli — In un precedente articolo ho commentato il recente saggio di Germana Carobene sulla etichettatura di Scientology come "setta" (secte in francese) al fine di negarle lo status di religione. Carobene è una professoressa di diritto ecclesiastico e ne esamina le "narrazioni giuridiche". Rosita Šorytė ha un background differente, in politica, avendo prestato servizio come diplomatica per 25 anni. In un articolo sulla etichettatura di Scientology pubblicato su The Journal of CESNUR nel numero di luglio-agosto 2021, ammette di aver conosciuto Scientology solo tramite i media fino a quando, alcuni anni fa, non ha iniziato a interessarsi al soggetto della libertà religiosa. Ha prestato servizio come diplomatica in Francia e negli Stati Uniti, dove diversi media, anche se con differenze tra un paese e l'altro, definivano Scientology una "setta". Raramente ne definivano il significato, ma trasmettevano il concetto che fosse qualcosa di "nocivo".